Non è un segreto che da una manciata di anni a questa parte le tanto criticate microtransazioni hanno trovato sempre più spazio nel panorama videoludico.
Ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, secondo Eric Monacelli, ex community strategist di Naughty Dog e da poco direttore delle comunicazioni di Infinity Ward.
“Di solito le microtransazioni non sono viste di buon grado nell’industria videoludica.”, afferma Monacelli a MCV.
“Se vi ricordate in passato le persone si arrabbiarono quando veniva venduta l’armatura per il cavolo in The Elder Scrolls IV: Oblivion. È un qualcosa che accade da sempre. Ma se un contenuto è buono e volete pagarlo per averlo, perché non acquistarlo?”
Infatti per Monacelli non tutti i giochi propongo un business negativo legato alle microtransazioni:
“Molte volte sento le persone dire ‘È soltanto un contenuto tagliato dal gioco in modo che debba pagarlo per averlo’. No, spesso non è così.‘”
Per fare un esempio Monacelli cita The Last of Us e una delle armi sbloccabili pagando valuta reale:
“Un sacco di persone pensarono ‘perché chiedono di pagare per delle armi?’. Noi abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo notato che tanti giocatori avevano problemi giocando per la prima volta al gioco, quindi abbiamo voluto dare a queste persone un’arma che fosse sempliece da utilizzare e che gli desse modo di avere maggiori possibilità di successo. Se tu sei già bravo, probabilmente non ne hai bisogno, ma se le vuoi, la puoi avere. È solo un problema di preferenze personali.”
E voi siete d’accordo con Monacelli? O pensate che le microtransazioni possano rovinare gli equilibri di un titolo se vennissero sfruttate da giocatori esperti?
Intanto anche su Forza Motorsport 6 sono arrivate le microtransazioni, addirittura alcuni contenuti costano 100 dollari.