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Assassin’s Creed Syndicate – Lasciarsi alle spalle gli orrori di Unity

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Come da tradizione è arrivato di nuovo il momento di confrontarsi con un capitolo della saga di Assassin’s Creed. Dopo il mezzo disastro che Ubisoft ha causato con Unity i giocatori stanno osservando con sospetto e cautela questo Syndicate, memori dei numerosi problemi tecnici che hanno flagellato l’avventura di Arno.

Al di là del pasticcio tecnico, tuttavia, Unity mostrava il fianco a diverse critiche anche sul fronte del gameplay, a causa della monotonia dell’esperienza e della mancanza di varietà nelle soluzioni ludiche scelte dagli sviluppatori.

A quanto pare le critiche sono servite a qualcosa, visto che pur non essendo ancora immune dai bug, questo Syndicate si è rivelato divertente da giocare, oltre che piacevole da seguire. Prima di tutto i due protagonisti, i gemelli Frye, sono personaggi ben più riusciti del piattissimo Ezio 2.0 di Unity.

Assassins-Creed-Syndicate-Evie-Close-Up

Pur essendo gemelli ed entrambi assassini, infatti, i due sono diversi come il giorno e la notte, rivelandosi piacevoli da interpretare e da sviluppare attraverso il riuscito skill tree del sistema di crescita. Se amate menare le mani e far parlare i pugni, adorerete Jacob e il suo modo di fare diretto e senza fronzoli, mentre se siete più per un approccio discreto, Evie sarà la vostra preferita.

Ai due fratelli si affianca una schiera di personaggi (anche storici) ben caratterizzati, le cui strade si incrociano con quelle della famiglia Frye e dei loro nemici di sempre. Una menzione d’onore va alla città di Londra, meno affollata di Parigi, ma decisamente più viva e ospitale.

Sotto questo aspetto aiutano di sicuro il frame rate più stabile e l’aggiunta delle carrozze e del rampino, strumenti perfetti per garantire opzioni in più durante le lunghe traversate urbane. Mentre il rampino sembra preso in prestito direttamente dalla serie Batman Arkham, le carrozze (e la loro gestione tra dialoghi, sparatorie e inseguimenti) sembra provenire da GTA.

A quanto pare, oltre ad ascoltare i feedback degli utenti (addio companion app!) i programmatori si sono guardati attorno per imparare dai migliori, comportamento che indica una certa maturità, e un senso di rispetto e responsabilità verso i propri fan. Ma anche la paura di fallire ancora.

A migliorare in modo netto, con Syndicate, è anche il sistema di combattimento, anch’esso in parte mutuato da quello del Cavaliere Oscuro. Proprio come nella serie Arkham, infatti, nel nuovo Assassin’s Creed ruota tutto attorno alla necessità di esibirsi in combo sempre più estese, indebolendo pian piano gli avversari fino a portarli in uno stato chiamato agonia.

Una volta in agonia, i bersagli sono vulnerabili alle esecuzioni, quindi durante le risse è fondamentale mantenere alta la concentrazione per continuare ad attaccare, schivare e contrattaccare senza essere colpiti, in modo da preparare il terreno per spettacolari esecuzioni multiple.

assassinscreedsyndacate

Pollice in su anche per la varietà di situazioni che Syndicate è in grado di offrire. Oltre alle ben studiate missioni principali, infatti, è possibile (consigliato) partecipare anche alla vasta gamma di compiti secondari che la città di Londra propone con regolarità.

Volete assaltare un treno? Potete farlo. Preferite esplorare i quartieri a caccia di collezionabili? Nessun problema. Che ne dite di indebolire la banda rivale liberando i bambini usati come manodopera nelle fabbriche? O di rubare alcuni preziosi carichi di merce di contrabbando? C’è anche spazio per qualche piacevole scazzottata, o per appassionanti indagini a metà tra Sherlock Holmes e l’onnipresente Batman.

A quanto pare Ubisoft ha capito dove doveva intervenire, e lo ha fatto in modo puntuale e intelligente. Peccato solo che il codice sia ancora sporco e rovinato da qualche bug di troppo, segno che dovremo aspettarci più di una patch di riparazione.

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L’elemento più debole di Syndicate, comunque, è il suo legame indissolubile con la serie Assassin’s Creed. Quello dell’eterna lotta fra templari e assassini è ormai diventato un tema narrativo arido e di scarso interesse. Il fatto di dover necessariamente costruire un gioco su un terreno che ormai ha così poco da offrire non solo danneggia i giocatori, ma è anche mortificante per la creatività degli sviluppatori.

Syndicate, così come Black Flag, sarebbe potuto tranquillamente essere un ottimo gioco scollegato dal marchio di Assassin’s Creed, ma a causa delle pressioni del mercato Ubisoft è stata “costretta” a imprigionarlo in una gabbia dorata.

L’avventura di Jacob ed Evie Frye ci è piaciuta davvero molto, ma ci sarebbe piaciuto non vederla associata alla telenovela della faida fra templari e assassini.

Filippo Facchetti gioca da tanto, forse troppo tempo. Le sue recensioni sono come le storie del nonno. Ascoltatelo!


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